20 dicembre 2014

Caro Babbo Natale ...

Ho in casa una politicante sopraffina , che se la canta e se la suona  -  tra mille punti esclamativi  -    a suo uso e consumo ... in maniera spudorata.
 
"Caro babbo natale,
sono d'accordo con te sul fatto che cio' che ti sto per chiedere è molto, moltissimo!!!!!
Però non c'è da scherzare: sono anche perfettamente consapevole che tutto ciò che ti chiedo non me lo merito per il fatto che non mi sto comportando molto bene, quindi da oggi in poi voglio cambiare e cercare di andare un po' meglio a scuola visto e considerato che ciò che sta accadendo negli ultimi giorni non è che sia proprio il TOP!!!!
Sappi che ce la metterò tutta!!!! Ed in effetti dipende tutto solo da me.
Ora, finita la ramanzina, ti faccio l'elenco dei miei doni ......
 
(segue lista)
 
La lista non è finita ma prima che io la scriva vorrei dirti che, ovviamente, non mi devi portare tutto ciò che ti chiedo ....  ma solo come punizione per non aver dato il massimo  nè a scuola nè a casa:  TU SAI DI COSA PARLO!!!!
 
(altra sfilza di cose)
 
Comunque decidi tu!!!! "

15 dicembre 2014

Lasagne e gare

Sabato pomeriggio, io e la mia "piccola" siamo a trafficare in cucina per preparare la sfoglia per la lasagna.  Domani ci sono le gare di nuoto e bisogna coccolarla un pochino, la nostra nuotatrice,  preparandole, ovviamente, una delle cose che preferisce.
Mentre ci diamo da fare  con uova, farina e impastatrice parliamo di tutto un po' e lei mi esprime  i suoi timori per la gara.
Cerco di incoraggiarla e di spronarla "Dai che con le lasagne di mamma arriverai prima, stanne certa .... e se non arrivi prima vuol dire che qualcosa non ha funzionato e cambieremo la ricetta!!"
 
Si blocca, folgorata, mi guarda fisso ..  "No mamma non mi dire queste cose che mi metti l'ansia".
 
"Ecco .... insensibile che non sono altro .... ho toccato il tasto della competizione, dell'essere per forza primi, io che ho sempre cercato di evitare questo genere di atteggiamento, mettiamoci subito una pezza ..."
 ".....Maddai, ma non ti preoccupare, qualsiasi cosa tu faccia va bene, prima o ultima  l'importante è che tu ti diverta, lo sai"
 
"Allora mamma, promettimi che comunque vada tu non cambierai mai la ricetta delle tue lasagne, mai.  Mi avevi fatto spaventare!!"
 

10 dicembre 2014

A perfect day

Cosa c'è di strano in questa casa, stamattina? Strano davvero:  sono sola, ecco!  Gli unici  rumori che riempiono le stanze sono quelli dei miei passi e di un cd in sottofondo che non sentivo da un'eternità.
Finestre spalancate, tutte ... che entri l'aria quasi fredda, finalmente! e che sa di buono, che porta con sè le voci dal di fuori e il trambusto familiare dalla strada.
Mi preparo un caffè solitario, rimuginando sulle cose da fare, cercando di dar loro una sequenza ....  qualcuna toccherà  segnarmela, altrimenti è certo che  me ne scorderò.
E' un momento in cui la solitudine mi è amica, gradita e piacevole compagna, un momento in cui il tempo sembra dilatarsi ed espandersi lasciando spazio alla gioia  di riempirlo di cure e attenzioni per le mie cose e le mie persone.
Trovare la serenità piu' semplice tra le pieghe di una giornata normale, (senza scomodare Lou Reed, in effetti) individuarla nella piccola quotidianità dei gesti,  nelle mie piccole consuetudini, è una magia che  mi riempie di calore.

03 dicembre 2014

Forse un mattino




Forse un mattino andando in un’aria di vetro,
arida, rivolgendomi, vedrò compirsi il miracolo:
il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro
di me, con un terrore di ubriaco.

Poi come s’uno schermo, s’accamperanno di gitto
Alberi case colli per l’inganno consueto.
Ma sarà troppo tardi; ed io me n’andrò zitto
Tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto.


E. Montale
 
 

01 dicembre 2014

AEREI E NONNI

Dialogo tra me e T.
 
T.  "Guarda  l'aereo che vola e fa la scia ....
P.  "Vedi com'è alto?  chissà dove va, andrà molto lontano ..
T:  "Sì, lontano, su nel cielo.  Ma è lì che è andato il mio nonno?.
P.   "Beh, sì ... in cielo ci sono tanti nonni ...
T.   "Io non voglio che mio nonno sia nel cielo, se arriva troppo in alto di sicuro poi cade giu' e si fa tanto male ...."                                                     

30 novembre 2014

LA TORTA DI PADRE PIO

Gira da qualche tempo da queste parti ed è una minaccia letale che ben pochi riescono a scansare perchè chi te la propina è decisissimo  a farlo e non ammette repliche, per il tuo proprio bene, manco a dirlo.
La torta di Padre Pio, così la chiamano, 'sta malefica catena di santantonio sotto mentite spoglie.
Consegna a domicilio accompagnata da sorrisi melliflui e foglio strafotocopiato di istruzioni da seguire: ti viene così affidato con solennità un bicchiere di plastica avvolto nel cellophan contenente un impasto grigiastro e maleodorante (una specie di lievito madre?) che dovrai curare attentamente, seguendo le suddette istruzioni,  per una decina di giorni.
Si devono seguire delle regole  ferree e descritte con minuzia, giorno per giorno.  Alla fine dei dieci giorni, dopo aver sfornato  la tua torta della felicità,  dovrai mettere su una bella faccia di culo e propinare una porzione della  preziosa  schif ...  ehm ....  impasto, ad altre tre persone.  
Altri tre fortunati candidati da te eletti alla felicità, tramite torta.
Ecco che il contagio si diffonde velocissimo:  nel circondario ormai la quasi totalità delle famiglie deve certamente essere al culmine del tripudio e della gioia.
 
Le istruzioni, dicevo,  sono molto categoriche e dettagliate ... solo che dopo aver pastrugnato per dieci giorni sta roba molliccia e tolti i tre bicchieri di impasto da appioppare appunto, non rimane praticamente piu' nulla e quindi per farne uscire qualcosa si devono aggiungere alla "base"   gli ingredienti tipici per dosi e procedimento di un dolce casalingo.
Infornare e cuocere per cinquanta canonici minuti.
Poi quello che ne esce (neanche malaccio, devo dire) dovrà essere mangiato a spizzichi e bocconi, è fondamentale non  azzardarsi a tagliarne una fetta  col coltello.
 
Inutile negarlo: come si è capito la "curiosità" ha avuto la meglio e la torta è stata sfornata anche in questa casa, con qualche variante personale su tempi e modi:  il pericolo è il mio mestiere.
Mi è mancato solo qualcuno a cui voler tanto male da aver voglia di propinargli il bicchieretto di plastica ricolmo di pappetta molliccia: la torta portatrice di felicità la tengo tutta per me... che fulmini e saette si abbattano ora sulla mia capoccia

09 aprile 2014

6 aprile

Quante sono le mani che si stringono nel corso di una vita?
Tante. 
Mani piccine di bimbi, tenute fermamente strette nelle proprie.
Mani calde, fredde, asciutte o umidicce, mani morbide, grandi o minuscole, mani affusolate mani cicciottelle.
Stringere la mano a qualcuno è un gesto quasi quotidiano: pochi  secondi di contatto talvolta sgradevole a volte, la maggior parte,  piacevolissimo.  Si dice che dalla stretta di mano si capisce il carattere di una persona,  la stretta vigorosa sarebbe quella piu' giusta, che racchiude in sé personalità e sincerità.
Non credo sia sempre così.
 
C'è poi la stretta di mano indimenticabile, quella di "una sola volta nella vita",  che capita quasi per caso.
Quella accompagnata da un sorriso amorevole, lo stesso  visto tante volte da lontano e che da vicino  non ha nemmeno definizione. 
E poi uno sguardo diretto, aperto, limpido che attraversa lo spazio delle due braccia tese  l'una verso l'altra come una scarica improvvisa che ti arriva dentro e lì si pianta.  Quella  stretta diventa un  abbraccio,  che dura quattro, cinque, sei secondi, un'eternità infine   -  e nessuna premura di mollare la presa, nonostante le mille mani tese.
 
L'emozione di poi è talmente potente da sopraffare qualsiasi gioia, tutta quella possibile, tanta,   da impedire anche alle lacrime di scendere.

06 aprile 2014

I CENTO GIORNI

Ogni anno, in questo periodo, ritornano.
Li trovi all'uscita dei centri commerciali, dei supermercati, appostati nei parcheggi.
Generalmente gruppetti di tre o quattro, telefonino ultima generazione in una mano e una scatola di cartone nell'altra,  con una bella apertura  sopra,   piu' lunga che larga, per farci entrare non tanto qualche spicciolo  ma  banconote fruscianti e che viene schiaffata sotto il naso di chiunque passi di là.
La richiesta di denaro  è perentoria o petulante  a seconda del soggetto che ti si avvicina:  in ogni caso oltremodo fastidiosa.

Sono i ragazzi dei "cento giorni"
I cento giorni che mancano alla maturità, dopo la quale è previsto  "il viaggio" , che per essere realizzato necessita, ovviamente, di  opportuno finanziamento.
Il modo piu' semplice per trovare il suddetto finanziamento è  dunque, per questi giovani,  chiedere soldi ai passanti  -  in pratica pietire una mancetta  -  che  possibilmente (suggeriscono ammiccanti)    si traduca nell'esborso di  almeno  una banconota. 

Non provo nessuna simpatia per queste persone, zero.
Mi spiace ma  nessuna comprensione, nessun sorrisino compiacente e condiscendente, da parte mia.
Ogni volta  il pensiero che mi viene è lo stesso:  a vent'anni devi avere ormai  chiaro in mente il concetto di dignità.  Devi sapere che le cose che vuoi, se le vuoi, vanno guadagnate in modo serio, onesto e dignitoso.

Altro che viaggio:   calci nel culo, senza remore e in dosi copiose.



15 marzo 2014

15 marzo

 
 

Nel cuore della  notte devi aver sentito il mio pianto di bambina, disperato.  Sei accorsa e accarezzandomi chiedevi quale sogno cattivo avesse potuto turbarmi tanto.
"Mamma io  voglio che non muori mai,  nemmeno quando io sarò diventata grande, piu' grande del campanile della nostra chiesa"
"Ma no   -  mi dicesti  -  noi non ci lasceremo mai, mai e poi mai"  
  

25 febbraio 2014

LA VONGOLA

                                                                                                                                                                 
Le invenzioni di mia figlia, la mattina alle sette, appena sveglia:

LA VONGOLA DONDOLA
ANDANDO IN GONDOLA
E MENTRE DONDOLA
LA VONGOLA GONGOLA.

Sta cantilena mi tormenta da stamattina e m'impiccio anche solo  nel pensarla!!
     

02 febbraio 2014

Senza titolo.

Riempio il tuo silenzio con parole stupide, frasi inutili, preoccupazioni sciocche.
Arranco coi pensieri, faccio fatica.
Vorrei fermarti, ma ti allontani sotto la pioggia con un sorriso faticoso, il passo certo, inconfondibile.
 
Sicuramente quella pioggia ti bagnerà il viso e non l'asciugherai.
Ti guardo e ti accompagno col pensiero e trattengo l'istinto di raggiungerti.

Tienile per te le tue parole stupide, le frasi inutili, le preoccupazioni sciocche, stavolta.
Lasciala andare, mi dico, lasciala andare.

24 gennaio 2014

A UN PADRE E A UNA FIGLIA

PADRE


Padre tu che muori tutti i giorni un poco
e ti scema la mente e più non vedi
con allargati occhi che i tuoi figli
e di te non t'accorgi e non rimpiangi

se penso la fortezza con la quale
hai vissuto; il disprezzo c'hai portato
a tutto cio' che e' piccolo e meschino;
sotto la rude scorza
il tuo candido cuore di fanciullo;
il bene c'hai voluto a tua madre,
a tua sorella ingrata, a nostra madre
morta;
tutta la tua vita sacrificata
e poi ti guardo come ora sei,
io mi torco in silenzio le mani.
 

-
Contro l'indifferenza della vita
vedo inutile anch'essa la virtù
e provo forte come non ho mai
il senso della nostra solitudine.

-
Io voglio confessarmi a tutti, padre,
che ridi se mi vedi e tremi quando
d'una qualche premura ti fo segno,
di quanto fui codardo verso te.
Benché il rimorso mi si alleggerisca,
che più giusto sarebbe mi pesasse
sul cuore, inconfessato...

io giovinetto imberbe ti guardai
con ira, padre, per la tua vecchiaia...
stizza contro te vecchio mi prendeva..
 

-
Padre che ci hai tenuto sui ginocchi
nella stanza che s'oscurava, in faccia
alla finestra, e contavamo i lumi
di cui si punteggiava la collina
facendo a gara a chi vedeva primo
perdono non ti chiedo con le lacrime
che mi sarebbe troppo dolce piangere
ma con quelle più amare te lo chiedo
che non vogliono uscire dai miei occhi.
 

-
Una cosa soltanto mi conforta
di poterti guardare a ciglio asciutto:
il ricordo che piccolo, al pensiero
che come gli altri uomini dovevi
morire pure tu, il nostro padre,
solo e zitto nel mio letto la notte
io di sbigottimento lacrimavo.
 

-
Di quello che i miei occhi ora non piangono
quell'infantile pianto mi consola,
padre, perché mi par d'aver lasciato
tutta la fanciullezza in quelle lacrime. 
 


Camillo Sbarbaro

(Pianissimo 1914)

15 gennaio 2014

LA SOLITUDINE

Due gran dame della televisione si incontrano nel salotto televisivo e parlano dell'amicizia che le lega da gran tempo .... Da quando i loro figli erano piccoli, ricordano, e si incontravano sulle spiagge nei mesi estivi delle loro vacanze.
"Ma quanto eri bella!"  dice l'una
"Ma quanto eri strepitosa" dice l'altra e via con tutta una serie di ricordi su quei piacevolissimi mesi di vacanza.
Ma ... e qui scattano il tono e la faccetta mesta e desolata   "Ma quanto eravamo sole, però!! i nostri compagni  avevano sempre il loro gran bel da fare. E la  pesca e le attività sportive e questo e quell'altro e non c'erano mai!"
 
Cavolo, dico, che robe! 
 
Noi  donne normali e quotidiane, invece,  abbiamo sempre i nostri mariti e compagni attaccati alle gonne, d'inverno ma soprattutto d'estate quando belle e strepitose ci accingiamo alle lunghe vacanze estive su spiagge dorate.  
Uomini la cui principale attività è accudirci, seguirci, accompagnarci, affiancarci teneramente, da mattina a sera, votati a far sì che nella nostra  vita (e soprattutto in vacanza) la solitudine mai e poi mai ci possa intristire.
Vero?
 

03 gennaio 2014

FRAGRANZE

Dentro il negozio di oggettistica varia per la casa, dove potrei passare mezza giornata, la piacevole incertezza  su quale fragranza scegliere per i graziosissimi profumatori per cassetti.
All'improvviso la scena, che vivo come al rallentatore ...  proprio quella che non vorresti mai ....  il piede che inciampa e va a sbattere contro un grande vaso di vetro appoggiato per terra.  Non il mio piede, quello di mia figlia che mi gironzola intorno cinguettante e leggiadra  (insomma, piu' o meno ..), anche lei tutta presa da sacchetti, sacchettini, fiorellini e fiocchetti.
Il vaso va.
Il fragore che ne segue sovrasta la musica soave  irradiata nel negozio nonché il vociare degli astanti: d'improvviso  tutto si ferma e un cono di luce si accende su noi due.  Due grandi frecce rosse lampeggiano furiosamente sulle  nostre teste nel caso a qualcuno fosse sfuggito, chi e come.
Attimi di imbarazzo  cocente per tutte e due.
Immediatamente due commessi solerti ci "circondano"  e con estrema, inaspettata, gentilezza chiedono se tutto è a posto e se ci siamo fatte male.  No .. è  no tutto a posto  grazie,  e mi profondo in scuse e mortificazione mentre loro  si adoperano per ripulire ciò che rimane del misfatto.
In men che non si dica tutto viene ripristinato, il cono di luce su di noi si spegne ed io  riprendo in mano la situazione. 
La direttrice del negozio si rivela gentilissima:  Non devo ristorare nessun danno, nonostante le mie insistenze, siamo assicurati mi dice, son cose che possono capitare.
 Questa gentilezza e questa calma mi rappacificano con il mondo, non del tutto con mia figlia.
 
La  fragranza scelta per i nostri cassetti infine  è stata:   cioccolato-nocciola con lontane note di essenza di cocci di vaso.