21 febbraio 2015

CHI SCRIVE LETTERE ALLE ASCELLE ....

... ed io la voglio scrivere alla mia lavatrice.

Mia cara,
mia fedele, amata amica,   perchè???  perchè mi hai fatto questo???
Non un'avvisaglia, un cedimento, un piccolo segno di allarme per farmelo capire.
Ecco che una mattina così, su quattro piedini, hai deciso di abbandonarmi e di lasciarmi in un mare di guai - meglio in un mare di panni sporchi -  che attendevano là, fiduciosi e ansiosi di essere girati e rivoltati, sciacquati e centrifugati senza pietà come solo tu sapevi fare in quel  mare profumato di detersivi, disinfettanti, sbiancanti e ammorbidenti assortiti.
Vero:  stavolta avevo esagerato ... un carico di accappatoi, asciugamani, teli, tutti insieme, stipati, inzeppati là dentro.  Forse era un po' troppo.
Lo ammetto:  i miei esperimenti coi  detersivi stavano superando ogni limite.  Il rischio  di una intossicazione da esalazioni era in agguato ogni qualvolta cercavo l'intruglio perfetto nel miscuglio di polveri, liquidi. gel  e tabs in dosi e proporzioni sempre diverse. Ma tu lo sapevi che la nostra  mission era il pulito perfetto, la crociata contro la patacca, lo sterminio del subdolo germe.
Giusto:  giorno e notte, con quel timer a cui hai sempre obbedito,  non ti davo requie.  E bianchi, e scuri, e delicati, e con centrifuga, e senza, e l'ammollo e il doppio risciacquo e l'antipiega e lo stiro facile...
Mi pento, mi pento, mi pento.
Perchè ti ho trattata così? Quant'è vero, quant'è vero!! Come sempre, il valore di cio' che si ha si capisce quando ormai lo si è perso, ahimè misera e tapina. 
 
E così un sabato mattina, pecoroni sulla vasca da bagno tra secchio e bagnarola,  tutta trafelata  insapono, strofino, strizzo e sciacquetto cercando  di finire al meglio  lo sporco lavoro che mi hai lasciato a metà.
Lacrime di coccodrillo scorrono copiose guardando la traboccante, multicolorata,  cesta di lavoro che ancora mi attende.

17 febbraio 2015

AMMAMMA


Ti "scopro" a notte fonda, assorta sui libri, nel silenzio della nostra piccola cucina. Il cuore e gli occhi mi si riempiono di tenerezza.
Un altro esame, un altro passo avanti, un altro piccolo mattoncino a costruire  con entusiasmo, speranza  e fatica il tuo futuro.
Ti osservo in silenzio e mi vien da pensare alle mattine, praticamente tutte, in cui mi precipito nella tua stanza (senza tanto riguardo per la tua concentrazione)  a raccontarti urgentemente  "l'ultima"... il sorriso ti si accende, lo sguardo ti si illumina mentre ascolti paziente il mio cicaleccio.  Le tue risate alle mie sciocchezze mi alleggeriscono il cuore come  le tue prese in giro  sempre affettuose: mai, mai un millimetro al di là di un limite che  senti forte, quello  dovuto ai nostri ruoli.
E poi le parole tra noi, tante, mentre il tempo scivola via ... potrebbero passare delle ore per quanto è piacevole dirti, raccontarti, ascoltarti. 
Al primo posto, nella mia vita, ci sono tre persone meravigliose che mi riempiono di orgoglio e di qualcosa di immenso che mi è impossibile definire:  tu sei una di quelle tre.
 
 
 

14 febbraio 2015