Ogni anno, in questo periodo, ritornano.
Li trovi all'uscita dei centri commerciali, dei supermercati, appostati nei parcheggi.
Generalmente gruppetti di tre o quattro, telefonino ultima generazione in una mano e una scatola di cartone nell'altra, con una bella apertura sopra, piu' lunga che larga, per farci entrare non tanto qualche spicciolo ma banconote fruscianti e che viene schiaffata sotto il naso di chiunque passi di là.
La richiesta di denaro è perentoria o petulante a seconda del soggetto che ti si avvicina: in ogni caso oltremodo fastidiosa.
Sono i ragazzi dei "cento giorni"
I cento giorni che mancano alla maturità, dopo la quale è previsto "il viaggio" , che per essere realizzato necessita, ovviamente, di opportuno finanziamento.
Il modo piu' semplice per trovare il suddetto finanziamento è dunque, per questi giovani, chiedere soldi ai passanti - in pratica pietire una mancetta - che possibilmente (suggeriscono ammiccanti) si traduca nell'esborso di almeno una banconota.
Non provo nessuna simpatia per queste persone, zero.
Mi spiace ma nessuna comprensione, nessun sorrisino compiacente e condiscendente, da parte mia.
Ogni volta il pensiero che mi viene è lo stesso: a vent'anni devi avere ormai chiaro in mente il concetto di dignità. Devi sapere che le cose che vuoi, se le vuoi, vanno guadagnate in modo serio, onesto e dignitoso.
Altro che viaggio: calci nel culo, senza remore e in dosi copiose.
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