06 aprile 2014

I CENTO GIORNI

Ogni anno, in questo periodo, ritornano.
Li trovi all'uscita dei centri commerciali, dei supermercati, appostati nei parcheggi.
Generalmente gruppetti di tre o quattro, telefonino ultima generazione in una mano e una scatola di cartone nell'altra,  con una bella apertura  sopra,   piu' lunga che larga, per farci entrare non tanto qualche spicciolo  ma  banconote fruscianti e che viene schiaffata sotto il naso di chiunque passi di là.
La richiesta di denaro  è perentoria o petulante  a seconda del soggetto che ti si avvicina:  in ogni caso oltremodo fastidiosa.

Sono i ragazzi dei "cento giorni"
I cento giorni che mancano alla maturità, dopo la quale è previsto  "il viaggio" , che per essere realizzato necessita, ovviamente, di  opportuno finanziamento.
Il modo piu' semplice per trovare il suddetto finanziamento è  dunque, per questi giovani,  chiedere soldi ai passanti  -  in pratica pietire una mancetta  -  che  possibilmente (suggeriscono ammiccanti)    si traduca nell'esborso di  almeno  una banconota. 

Non provo nessuna simpatia per queste persone, zero.
Mi spiace ma  nessuna comprensione, nessun sorrisino compiacente e condiscendente, da parte mia.
Ogni volta  il pensiero che mi viene è lo stesso:  a vent'anni devi avere ormai  chiaro in mente il concetto di dignità.  Devi sapere che le cose che vuoi, se le vuoi, vanno guadagnate in modo serio, onesto e dignitoso.

Altro che viaggio:   calci nel culo, senza remore e in dosi copiose.



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