Tante.
Mani piccine di bimbi, tenute fermamente strette nelle proprie.
Mani calde, fredde, asciutte o umidicce, mani morbide, grandi o minuscole, mani affusolate mani cicciottelle.
Stringere la mano a qualcuno è un gesto quasi quotidiano: pochi secondi di contatto talvolta sgradevole a volte, la maggior parte, piacevolissimo. Si dice che dalla stretta di mano si capisce il carattere di una persona, la stretta vigorosa sarebbe quella piu' giusta, che racchiude in sé personalità e sincerità.
Non credo sia sempre così.
C'è poi la stretta di mano indimenticabile, quella di "una sola volta nella vita", che capita quasi per caso.
Quella accompagnata da un sorriso amorevole, lo stesso visto tante volte da lontano e che da vicino non ha nemmeno definizione.
E poi uno sguardo diretto, aperto, limpido che attraversa lo spazio delle due braccia tese l'una verso l'altra come una scarica improvvisa che ti arriva dentro e lì si pianta. Quella stretta diventa un abbraccio, che dura quattro, cinque, sei secondi, un'eternità infine - e nessuna premura di mollare la presa, nonostante le mille mani tese.
L'emozione di poi è talmente potente da sopraffare qualsiasi gioia, tutta quella possibile, tanta, da impedire anche alle lacrime di scendere.
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