25 febbraio 2011


Era da qualche tempo che regolarmente succedeva questo fatto: mi capitava di vedere un "capetto" che a me sembrava un ammmore, lo immaginavo addosso ad una delle mie ragazze e, una volta per l'una, una volta per l'altra, glielo facevo trovare come "pensierino" fatto col cuore da mammà.

Ma chissà perchè o non azzeccavo mai la "taglia" o il "colore" o il "tessuto": c'era sempre qualcosa che non andava. Regolarmente infatti esso veniva riportato indietro per cambiarlo con qualcosa altro ( che invece a me non piaceva mai).

Ad un certo punto nella mia mente ha cominciato a farsi largo un raggio di luce: bastava fare due più due, ma la mia ostinazione me lo impediva.

Quindi, meglio tardi che mai, ho capito che fosse meglio lasciar perdere coi "pensierini" amorevoli e toglierle dall'imbarazzo di inventarsi ogni volta una scusa per levarsi da torno (senza farmi rimanere male) i miei acquisti infelici.


23 febbraio 2011

F.

Girovagando per i miei blog preferiti, leggo un post che è come un pugno nello stomaco.
Se, anche tu, girovagando dovessi passare qua ... non posso farne a meno: il mio è un abbraccio forte, fortissimo.

PER CAMBIARE


Adesso uno potrebbe anche dire "Ma perchè 'sta donna si fissa tanto con le pubblicità con tutti i pensieri che una potrebbe/dovrebbe avere nella vita?"
E che ne so, rispondo io .... Sarà che ascolto molto la radio, sarà che la Tv più che guardarla la sento mentre faccio le mie cose ... quindi più che le immagini mi rimangono impresse le str..upidaggini che vengono dette.

Sta di fatto che da qualche tempo sento di svariati prodotti che vengono (da chi?) eletti ta-daaa: PRODOTTI DELL'ANNO.

Ora: considerato il fatto che stiamo a tre quarti di febbraio e quindi l'anno è composto fin'ora da più o meno una cinquantina di giorni, non è che ci voglia 'sta gran specialità per essere prodotti dell'anno. O no?

19 febbraio 2011

18 febbraio 2011

BEL FILM


Ho visto questo film e mi è piaciuto tantissimo. Una storia originale, ambientazioni affascinanti, attori che sanno fare il loro mestiere. Lo consiglio a tutti.

11 febbraio 2011


Parlando con alcune mamme mi sono resa conto che molte di loro seguono i figli nei compiti a casa in modo molto presente: sedute accanto ai bambini li aiutano passo passo colmando esse stesse le eventuali lacune di comprensione o voglia di fare. Per esempio: per qualcuna, vengo a sapere, è prassi aiutare a colorare le schede o magari suggerire il "pensierino" da comporre quando il bambino è stanco.

In questo senso sono stata (e sono) una mamma assolutamente assente.

E' sempre stato sottinteso che i compiti fossero un loro impegno e che lo dovessero gestire da sole: non ho mai imposto orari e non le ho mai assillate se qualche volta non le vedevo particolarmente entusiaste di mettersi sui libri. Se i compiti non venivano fatti la rogna era la loro: se la dovevano spicciare solo con l'insegnante.

Ho sempre vigilato, ovviamente, ma da lontano.

Quando espongo questa mia "tecnica" le suddette mamme mi guardano come si guarda una degenerata.

Ad ogni modo, non so se è stata fortuna o cos'altro ma i miei metodi hanno dato (ad oggi) i loro buoni frutti .


Tutta questa introduzione per raccontare dell'altra mattina.

La piccola, mentre faceva colazione, è sobbalzata sulla sedia ricordandosi improvvisamente di un compito non finito.

Quindi: sguardo languido dal quale sta per scendere una (non tanto furtiva) lacrima ... "Oh mamma! mi sa che ieri ho dimenticato di ricopiare la frase del libro sul quaderno".

Io, severissimamente "Beh, ora te lo ricordi! Brava! .... e via con una serie di rimproveri terminati con "dovrai dirlo alla maestra!"

Lei, alla mia reazione sostenuta, tutta piccata mi fa "Mamma, non mi parlare in questo modo ... ma lo sai che mi potresti provocare un trauma?"


Chissà se mi conviene cautelarmi: potrebbe arrivarmi a breve una richiesta di risarcimento per danni esistenziali. Piccola vipera.



08 febbraio 2011


Chissà se a chi mi legge è mai capitato: vedere indosso a qualcun altro un indumento preciso identico ad uno tuo. Ovviamente un indumento non semplicemente simile, ma proprio lui, con delle caratteristiche particolari, riconoscibile immediatamente.

Per esempio a me è capitato qualche anno fa, ad un matrimonio, di vedere due signore con lo stesso identico, preciso, spiaccicato vestito. Un vestito particolarmente elaborato e fiorito per cui era impossibile non notarle anche se le due si sono evitate accuratamente per tutto il ricevimento. Bisogna ammettere che una situazione del genere deve essere alquanto scocciante.


Insomma: questa mattina stavo seduta leggicchiando in attesa del mio turno per un appuntamento. Ad un certo punto arriva una signora di una certa età che, con non poco trambusto, si mette a trafficare per mettersi seduta sulla poltroncina di fronte. Con la coda dell'occhio la sbirciavo: cade la sciarpa, raccogli la sciarpa, cadono gli occhiali, scivola un foglio che aveva in mano ... insomma traffica per un quarto d'ora finchè finalmente non trova pace e si piazza.

Il momento clou è stato quando si è levata il cappotto ed io a stento mi sono trattenuta dall'esclamare a gran voce "Ma cosa hai fatto alla MIA camicetta, sciagurata!!"

La signora inquieta indossava infatti la MIA camicetta, quella un po' elasticizzata a righine longitudinali color nocciola, marrone e beigiolino, che mi pare (mi pare dico) mi sfini un po', acquistata chez la boutique Oviesse à la rue ..... pardon all'eur.


Sta di fatto che però quella della signora era irrimediabilmente e tristemente sbiadita.


Avessi avuto l'idea di metterla pure io stamattina (giammai, faceva un freddo cane alle sette quando sono uscita: segnava un grado ed io mi sono intabarrata come una pecorara) saremmo state perfette per l'antica pubblicità del Bio Presto.


Avrei fatto un figurone coi miei colori ancora vividi e smaglianti, altrochè.


(Eh, insomma, ognuno ha le proprie soddisfazioni)










04 febbraio 2011

CONTABILITA'


Ogni momento è buono per fare dei piccoli resoconti.

Mi decido una buona volta a buttare tutti quegli scontrini del parcheggio dell'ospedale, impilati per ordine di data, in un cassettino della mia macchina.

Li prendo e li "smazzo" ed è un susseguirsi di giorni ... mi soffermo .. il primo è del 7 gennaio 2010, l'ultimo di dicembre.

Alcuni giorni ce ne sono due e me li ricordo bene quei giorni, caro G., eccome se me li ricordo.

Ma certo a te non servono gli scontrini, i segni di ciò che è stato li porti tutti addosso, anche se, cazzarola, gliel'hai fatta vedere tu a quel male maledetto e ora sorridi sornione mentre ti snocciolo tutta la mia stupida ed inutile contabilità.

In tutto gli scontrini sono sessantasette, per un totale di quattrocentoventi euro in ore-parcheggio e vabbè ..... poi calcoliamo una settantina di chilometri per volta, spesso in mezzo ad un traffico micidiale.....
E' stata dura.

Ma tu continui a sorridere sornione.

E poi dici "Prendi il mazzo di carte piuttosto, e giochiamo".