28 ottobre 2010

ROSAE ROSARUM ROSIS ...


Incontro una persona di prima mattina (per chi mi legge da un po': quella dello zerbino sempre per traverso).

Sempre acchittatissima, capello fashion, occhialone scuro .

Ed è una sequela di lagne.

Un matrimonio alle spalle, figli grandi, qualche convivenza, un nuovo compagno.

Il problema che l'assilla in questo momento sta proprio lì: 'sto uomo le sta creando una rogna che non finisce mai.

Nella fattispecie: egli ha l'abitudine di mandarle quantità indefinite di rose a casa e questa cosa turba non poco la di lei figlia la quale, essendo stata lasciata da poco, ogni volta che arrivano 'ste carrettate de rose prorompre in pianti disperati (per gelosia, ovvio).

Quindi il dubbio è: offendere il rosaro dicendogli di piantarla (.....ehm verbo quanto mai appropriato) o aspettare che la figlia trovi in sè la capacità di superare questo dramma?


(Il fatto che costui sia sposatissimo e tutte le sere torni a casa dalla moglie sembra essere, per la nostra, dettaglio trascurabile.)

1 commento:

aquila ha detto...

Tirare un cazzotto a lui no eh...