Quelli che non si sottraggono
Un anno dopo, l’unica cosa nuova è l’Imu. Sta per saltare anche Monti, un apostrofo grigio fra le parole Silv’Io. Il resto è già tornato come prima: alla Camera, ieri sera, Bossi invitava D’Alema a tastargli il bicipite. E D’Alema, scrive l’agenzia Ansa, «non si sottraeva, compiacendosi con Bossi per la sua forma fisica». Si piacciono, si compiacciono e soprattutto non si sottraggono. Mai. Era prevedibile che la vittoria del buon Bersani alle primarie rosé venisse equivocata dalla Casta. I dinosauri della Seconda Repubblica hanno pensato che la tempesta fosse passata e oggi si affollano a frotte sotto il suo ombrello, per la gioia di Grillo che nelle prossime settimane vedrà di nuovo lievitare i consensi di rabbia. E’ ricomparso pure Berlusconi, l’unico Napoleone per cui dopo Waterloo non arriva mai Sant’Elena. La bolsa rockstar si trascinerà sul palco, steccherà e scenderà rovinosamente fra i fischi, regalando ulteriore zavorra a questo Paese che non riesce a liberarsi del Novecento e a volare leggero verso un altro secolo, cominciato ovunque tranne che qui.
Mi rivolgo ai lettori diversamente giovani, di qualunque orientamento politico. Noi che siamo maggioranza e decideremo il risultato di tutte le prossime elezioni, facciamo un gesto lungimirante, dando fiducia a una generazione nuova. Non è detto che sia meglio della vecchia, ma in certi momenti della storia umana la carta d’identità diventa discriminante. Per affrontare il domani servono persone che lo sentano come un’occasione e non come una minaccia. Facciamolo per il futuro dei nostri figli. E, dato che a quanto pare vivremo fino a cent’anni, anche per il nostro.
Riporto questo articolo di M. Gramellini che esprime perfettamente, con la sua consueta chiarezza e lucidità, anche il mio pensiero.
Mi rivolgo ai lettori diversamente giovani, di qualunque orientamento politico. Noi che siamo maggioranza e decideremo il risultato di tutte le prossime elezioni, facciamo un gesto lungimirante, dando fiducia a una generazione nuova. Non è detto che sia meglio della vecchia, ma in certi momenti della storia umana la carta d’identità diventa discriminante. Per affrontare il domani servono persone che lo sentano come un’occasione e non come una minaccia. Facciamolo per il futuro dei nostri figli. E, dato che a quanto pare vivremo fino a cent’anni, anche per il nostro.
Riporto questo articolo di M. Gramellini che esprime perfettamente, con la sua consueta chiarezza e lucidità, anche il mio pensiero.
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